Come nasce il disegno onirico: origini e riferimenti teorici

disegno onirico

Maria Grazia Dal Port e Alberto Bermolen (italo-argentini, ricercatori, psicoterapeuti di formazione Junghiana e docenti del dipartimento di Antropologia dell’Università “J.F.Kennedy” di Buenos Aires), hanno sviluppato negli anni settanta la tecnica del Disegno Onirico, insieme al pittore argentino Abel Luis Raggio, partendo dallo studio del disegno simbolico e delle sue connessioni con le teorie dell’arte dadaista1 e surrealista2.

In Italia, i due docenti hanno formato molti professionisti all'utilizzo di questa tecnica, collaborando in particolare con la dottoressa Lucia Moretto, che ho avuto l’onore di conoscere presso la sede dell’Academy, nell’ambito del percorso di formazione sul Disegno Onirico annesso al Master triennale.

 


1 ll dadaismo, uno dei principali movimenti artistici della prima metà del '900, è stato una reazione brutale contro l’assurdità della guerra e mostra il disgusto delle nuove generazione verso un mondo in fallimento. L'unica scelta è fare tabula rasa del passato, facendo morire tutte le ideologie. Quando il dadaismo scomparve, nacque il surrealismo.

2 ll surrealismo è un movimento artistico-letterario d'avanguardia, nato in Francia, nel 1924. La psicologia del profondo ha fornito molte suggestioni alla produzione artistica della prima metà del Novecento, che ha utilizzato il concetto di inconscio per far emergere alcune delle caratteristiche più profonde dell’animo umano. Un altro elemento che diede ai pittori surrealisti la possibilità di scandagliare e far emergere l’inconscio è il sogno (quella produzione psichica che ha luogo durante il sonno ed è caratterizzata da immagini, percezioni, emozioni che emergono in maniera apparentemente irreale o illogica). Secondo Freud il sogno è la «via regia verso la scoperta dell’inconscio». Nel sonno, infatti, viene meno il controllo della coscienza sui pensieri dell’uomo e può quindi liberamente emergere il suo inconscio, travestendosi in immagini di tipo simbolico. La produzione figurativa può, dunque, risultare più immediata per la rappresentazione diretta ed immediata del sogno. Il teorico del gruppo, lo scrittore André Breton, così definisce il Surrealismo: «Automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero… in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale». L’automatismo psichico significa quindi liberare la mente dai freni inibitori, razionali, morali, così che il pensiero è libero di vagare secondo libere associazioni di immagini e di idee. In tal modo si riesce a portare in superficie quell’inconscio che appare solo nel sogno.